sabato 12 maggio 2012

Le ombre

Guardava le ombre nella stanza, senza capire da dove arrivassero. Erano tante ed erano sedute sul suo letto, questa era l'unica cosa di cui era sicura. Le succhiavano energia come tante cannucce invisibili e pungenti come aghi. Sentiva gli spilli nella carne, il suo corpo si stava addormentando, poco a poco. La luce fioca e il sudore sulla fronte, le ricordavano che, sì, era ancora viva. 
"Muoio, sto morendo cazzo" quel pensiero le strisciava nero tra gli anfratti più nascosti del cervello e aumentava il panico. Sentiva la paura seduta sul suo stomaco come un grosso animale che non accenna a volersi spostare. Paralisi.
Le ombre le giravano attorno, la chiamavano, era il suo nome quello che sentiva echeggiare nella stanza, proveniva da un'altra parte, le voci erano dentro o fuori?
Cercò di alzarsi, non ci riuscì. Sgranò gli occhi quando uno di quegli esseri senza volto le si avvicinò, fino a sfiorarle il viso. Le entrò dentro. Dolore. Buio. Tutto nel giro di qualche frazione di secondo. Poi più nulla.

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