Tre anni fa
quello era il vino più dolce.
Tu che mi
rincorrevi e io che scappavo.
Adesso è
tutto diverso, sono io che cerco te in ogni singolo angolo della mia esistenza.
Ti cerco nei
giorni che non ci sono più e ti tiro fuori a forza, con le mani che mi tremano
e gli occhi lucidi.
Ti ricordi
amore di quella notte meravigliosa, del caldo e dei sorrisi?
Quello era
il vino più dolce che io abbia mai bevuto.
Ti cerco
nelle parole pronunciate, in quelle ancora aggrappate alle labbra che forse mai
rotoleranno giù, ti cerco in ogni singolo sorriso, in ogni secondo che passa e
tu non ci sei.
Ti ricordi
amore quando tremavo e non riuscivo a smettere?
Ti ricordi
amore di tutte le notti passate ad aspettare l’alba?
Mi piaceva
guardare l’alba con te, sperare che domani sarebbe stato perfetto come ogni
secondo con te affianco. E ora che non ci sei l’alba non la guardo più, mi
nascondo tra le lenzuola per non permettere al primo raggio di sole di accarezzarmi.
Ti ricordi i
viaggi, il mare, l’acqua calda della spiaggia di notte?
Ti ricordi
che io ero la tua bambina e lo sarei stata per sempre?
Mi hai
insegnato a respirare e, ora che non ci sei più ho dimenticato come si fa anche
quello.
Ti cerco nella mia fretta disperata di cambiare
tutto, nel mio frenetico fare/disfare valige.
Andrò via e
lo farò senza di te, uno sputo in faccia a tutti i maledetti progetti che
riempivano la mia testa e le mie agende.
Te la
ricordi Berlino?
La volevamo
a tutti i costi e ora… ora sono rimasta solo io a rincorrerla con le ultime
forze che mi restano.
Te le
ricordi le giornate passate a letto a guadarci negli occhi senza dire niente?
Te lo
ricordi il mio profumo alla vaniglia?
Ero la tua Vaniglia,
dicevi.
Ora non lo
uso più, ho cambiato odore per scappare dalla voglia di farmi abbracciare.
Te li ricordi
i piedi sul cruscotto, durante un lungo viaggio in un luogo che non esiste, con
il caldo che faceva ballare la strada?
E le
canzoni? Te le ricordi quelle?
Quando
cantavamo per strada ubriachi, la notte, fregandocene di chi poteva svegliarsi.
C’eravamo noi
e quello bastava.
C’eravamo
noi.
E adesso
dove siamo?
Dimmi, tu
dove sei?
Ci siamo
persi tra le foglie che raccoglievamo in un quaderno verde, tra i sassi che ci
portavamo al ritorno di ogni viaggio, tra i “ti amo” e i “vaffanculo”.
Eppure anche
quelli erano bellissimi, con la certezza che il giorno dopo li avremmo
cancellati con un bacio e un giro tra le lenzuola.
E non è
rimasto più niente, se non la mancanza disperata, il folle tentativo di
ritrovarti da qualche parte ad aspettarmi.
Io sto
scappando da me stessa e ti porto ancora dentro, come un macigno insostenibile,
come la più dolce delle maree.
Il mio tutto
e il mio niente.
Quello che
mi manca, quello a cui non manco.
Quello che a
cui appartengo, quello che non mi appartiene.
Il mio più
grande amore e il mio più grande dolore.
Il mio
inizio e la mia fine.