Ho 22 anni e
un disturbo OCD forse da quando sono bambina.
Essere un
OCD significa avere un’etichetta incollata addosso, un’etichetta bastardissima perché
mostra agli altri quello che sei ma senza spiegazioni.
È un po’
come raccontare solo la fine di una storia, senza premesse, senza passaggi
intermedi, senza un minimo di senso logico.
Soffro di
tic nervosi che cambiano di continuo, sono un camaleonte mutevole e ansioso.
Ho
cominciato semplicemente sbattendo le palpebre più del dovuto, poi ho
continuato flettendo il collo sulla spalla. Poi è arrivata la lingua che
schioccava. Un bel giorno mi sono svegliata con gli spasmi e un fastidiosissimo
tic vocale. Un verso, a volte impercettibile, ma io lo sento e il volume per me
è altissimo.
In pubblico
mi vergogno e non poco, la gente non è sempre discreta e fa domande. Rispondere
è la cosa più difficile che possa fare.
Io non so
spiegare perché faccio così, in fondo non sono io a farlo, è il mio corpo che
si ribella quando sono sovraccarica.
Non so
sfogarmi, non so esprimere le mie emozioni in maniera corretta.
A volte sono
completamente incapace di mostrare quello che provo, sono una scatola a
chiusura ermetica. Se dovessi aprirmi temo che farei la fine del vaso di
Pandora.
In fin dei
conti è così, quando riesco a esprimermi lo faccio in maniera esagerata.
Sto zitta o
urlo.
Sono estremamente
calma o estremamente isterica.
Completamente
anaffettiva o iperaffettiva.
Nella mia
scala di colori non esistono sfumature, per me c’è solo il bianco o il nero,
tutto quello che passa di mezzo temo di non averlo mai visto.
Mi
piacerebbe vedere, anche solo per un’ora, il mondo a colori. Solo per capire
che effetto fa.
Il mio umore
è quanto di più indescrivibile esista. Non riesco a mantenere lo stesso stato d’animo
per più ore di fila.
L’altalena
si muove avanti e indietro tra l’euforia più sfrenata e il totale rifiuto degli
altri esseri umani.
Rido o
piango di gusto. Altro non so farlo.
Il rapporto
sociale è difficile, a volte ho seriamente paura di essere toccata, mi fa
schifo l’idea che qualcuno possa avvicinarsi a me oltre il dovuto, anche se si
tratta di un parente o di un amico. Non è cattiveria è che non ci riesco.
Altre volte
esagero nel senso opposto, mi piacerebbe abbracciare tutti, mi piacerebbe che
tutti mi toccassero e mi dimostrassero affetto fisicamente. Essere rifiutata mi
turba.
Vivo
qualsiasi evento apparentemente normale come un abbandono. Un saluto più
flebile per me è un trauma.
Sono
ossessionata dalle cose, dai miei pensieri, da ciò che mi piace, da ciò che
odio, da ciò che amo, da ciò di cui ho paura. Tutto per me si trasforma in un’ossessione
di cui non posso fare a meno.
Non conosco
limite.
So che per
una persona non affetta da OCD tutto questo possa risultare folle, pericoloso,
spaventoso e incomprensibile. Forse è per questo che non riesco a tenere
nessuno al mio fianco per più di un periodo limitato.
Mi
piacerebbe far entrare le persone nella mia testa, mostrare loro quello che
succede, cercare di far comprendere che i miei comportamenti a volte non sono
spontanei non perché io non lo voglia o perché io non mi sforzi di farlo. Io
non ci riesco, esiste una barriera tra me e il mio corpo, tra me e i miei
pensieri che sfugge fuori dal mio controllo e mi rende ingestibile. Persino per
me stessa.
Non sono mai
riuscita a spiegare a nessuno quello che provo perché io non lo so.
Sento un
groviglio dentro che probabilmente non riuscirò mai a districare ma, posso
assicurare, che ci provo ogni maledettissimo giorno, senza sosta.
Forse un
giorno riuscirò a uscirne.
È una
battaglia continua contro il mondo ma, soprattutto, contro me stessa.
E,
credetemi, combattere contro se stessi è molto peggio che dover combattere con
l’esterno.
Ciao Christine! Sono Arianna, ho 22 anni anch'io, vivo in un paesino vicino Bari e ho l'OCD.
RispondiEliminaIl motivo per cui sono diventata ossessivo-compulsiva è probabilmente dovuto ad una combinazione di cause. Una causa per la quale il disturbo d'ansia può comparire è un trauma, il momento in cui si registra un elevato livello di stress. Durante il corso della vita, tutti affrontano situazioni, eventi difficili. Il mio OCD si è generato e ha messo le radici nel periodo della mia infanzia e preadolescenza in seguito a episodi di bullismo. Questo è stato il mio "trauma", la scintilla che ha fatto scoppiare la bomba. Ma l'OCD era in me già prima che accadesse il resto. Semplicemente ci sono nata, è una mia caratteristica innata, mia fedele compagna da sempre, alimentata da fattori ambientali nel corso della mia vita.
Così ci ho prima litigato, poi convissuto, poi litigato ancora e soltanto da un paio d'anni mi trovo ad accettarla e a contrastarla, a curarla. A curarmi. Dopo anni in cui ho lasciato che influisse sulla mia vita, in tutta la sua negatività, bloccandomi in qualunque cosa tentassi di approcciarmi e rendendomi una persona priva di entusiasmo verso tutto.
Mi ritrovo con un umore altalenante, passo dalla paura e il rifiuto all'estremo bisogno delle attenzioni degli altri. Trovo tremendamente difficile e debilitante tentare di spiegare quel che ho dentro.
Se volessi confrontarti con qualcuno che ha passato e passa le tue stesse battaglie non esitare a contattarmi.